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Carlo Innocenzi (compositore)
ArcheoAmbiente-News 07 settembre 2010 - Cascia: torna alla luce sui monti della città di S. Rita una città romana dimenticata. I risultati dello scavo 2010 a Villa San Silvestro

In occasione della chiusura della campagna 2010 degli scavi archeologici che l'Università di Perugia sta conducendo oramai da cinque anni nella frazione di Villa San Silvestro nel Comune di Cascia, i direttori scientifici del progetto, prof. Filippo Coarelli e prof. Paolo Braconi, e la coordinatrice delle ricerche dott.ssa Francesca Diosono, hanno presentato le ultime scoperte legate ai resti del centro romano di Villa San Silvestro giovedì scorso, nella stessa Villa San Silvestro.
Durante la conferenza si è potuto assistere anche ad una proiezione delle immagini delle scoperte più significative e ad un visita allo scavo sotto la guida degli stessi responsabili.

Le ricerche effettuate in questi hanno dimostrato che il sito non si limita al monumentale tempio risalente ad un periodo di poco successivo alla sottomissione della Sabina ai Romani (290 a.C.); l'imponente edificio (l'esempio meglio conservato in Italia di questo tipo di architettura) vede, infatti, tornare alla luce intorno a sé portici, strade, case, edifici pubblici e sacri per un'estensione che attualmente si aggira intorno ai tre ettari.
Lo stesso foro che circonda il tempio è giunto ormai ad un perimetro certo di circa 130 m per 80 e fungeva da centro commerciale ed amministrativo per tutto il territorio intorno.
Intorno al secondo tempio, scoperto nel 2007 e circondato anch'esso da un ampio portico, si moltiplicano le case private, appartenenti a varie fasi della storia del centro, tra le quali, in particolare, quest'anno una di vastissime proporzioni ed assai articolata, tanto da farla attribuire ad un importante personaggio locale con forti contatti con Roma, forse lo stesso a cui si può attribuire la costosissima ricostruzione del tempio principale dopo il terremoto del 99 a.C. Tale grande abitazione privata fu volontariamente distrutta intorno all'80 a.C. e trasformata in un portico e quindi in un'area pubblica; una distruzione del genere si deve imputare con tutta probabilità al fatto che il personaggio abbia subito una condanna di tipo politico: doveva appartenere alla fazione di Mario, sconfitta da Silla. Balza subito alla mente il nome del più importante esponente mariano presente nella prefettura nursina: Quinto Sertorio.

Inoltre, è stata messa in luce una vera e propria strada su cui si affacciavano le abitazioni, sostituite poi da un ulteriore ed articolato portico con funzione commerciale. le abitazioni più antiche, molto semplici e caratterizzati da due o tre stanze, sono attribuibili ai coloni inviati qui da Roma al momento della colonizzazione della Sabina ad opera di Manio Curio Dentato subito dopo il 290 a.C. e sono attualmente le uniche note di questo tipo e con questa cronologia.

Importantissimi anche i rinvenimenti relativi alla fase pre-romana ed a quella alto-medievale; i resti ed i reperti relativi al periodo dell'alto medioevo rinvenuti quest'anno gettano una nuova luce sul sito e ne sottolineano l'importanza per la comprensione anche di questo periodo storico non solo a livello strettamente locale. Le strutture in terra cruda ed i materiali databili ad età arcaica e tardo arcaica, a loro volta, testimoniano la presenza di un precedente villaggio sabino, l'unico finora materialmente noto in Italia.

Le ricerche si svolgono con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, del Comune di Cascia, dell'Università degli studi di Perugia e dell'Associazione Culturale Tellus, che lo scorso venerdì 20 agosto ha organizzato la ormai consueta "Cena Romana" a Cascia per il finanziamento delle ricerche.
Hanno partecipato allo scavo circa 50 studenti e laureati provenienti da Italia, Francia e Spagna per tutto il mese di luglio ed agosto.
Una selezione di reperti venuti alla luce negli scavi fino al 2008 sono attualmente esposti presso il Museo Civico di palazzo Santi a Cascia, nell'esposizione "I templi ed il forum di Villa San Silvestro", inauguratasi lo scorso anno e divenuta in seguito un'esposizione permanente.
Nei giorni di lunedì 23 e martedì 24 Agosto 2010 il Comune di Cascia in collaborazione con la Società di Trasporto SSITT ha organizzato un servizio di trasporto per mezzo di un trenino turistico con partenza da Cascia, con annessa visita guidata a cura dell'Associazione Tellus, iniziativa che ha riscosso un ottimo successo di partecipanti. Per tutta la durata della campagna di scavi l'Associazione Tellus ha inoltre garantito le visite guidate gratuite nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 12:00.

Ulteriori obiettivi, che richiederanno studi più approfonditi, sono di comprendere la datazione degli edifici e le diverse fasi costruttive, chi abitava in questo territorio, quali ne erano le forme di sfruttamento, il motivo per il quale il centro romano fu repentinamente abbandonato e il periodo in cui ciò avvenne. L'importanza delle scoperte e la loro estensione richiederanno almeno un altro periodo di lavoro sul campo il prossimo anno nonché studi più approfonditi sia in relazione alle strutture che ai materiali.

Intervista al prof. Filippo Coarelli, al prof. Paolo Braconi e alla dott.ssa Francesca Diosono, responsabili degli scavi sul sito di Villa San Silvestro
1. Quando è stato scoperto il sito di Villa San Silvestro e in quali circostanze?
Il sito è stato scoperto intorno agli anni Venti, quando venne alla luce il monumentale podio del tempio principale mentre già dall'Ottocento erano state segnalate le grandi basi di colonne vicino alla chiesa di San Silvestro, le quale, come si è poi scoperto, sorge al di sopra del tempio antico. Dopo un intervento della Soprintendenza ai Beni Archeologici per l'Umbria intorno al 1980, le ricerche sono poi state riprese sistematicamente dall'Università di Perugia nel 2006 e sono tuttora in corso.

2. Volete illustrarci brevemente le quattro campagne di scavo archeologico che lo hanno indagato?
Nel 2006 le nostre ricerche si sono concentrate intorno al podio del tempio, di cui abbiamo potuto indagare le fasi edilizie e le caratteristiche architettoniche, ma sono state volte anche a confermare la presenza di altre strutture antiche nei dintorni del tempio, le quali erano visibili grazie alle tracce che segnalavano la presenza di murature sotterranee nei campi circostanti, le quali impedivano alle coltivazioni di crescere bene al di sopra di esse. Le campagne dal 2007 al 2009 sono state concentrate a comprendere l'estensione del sito, che attualmente si estende per più di tre ettari, con due templi circondati da vasti portici e fasi edilizie successive che vedono l'area trasformarsi da un'insieme di piccole e semplici case ad un grande centro religioso, economico e commerciale.

3. Quali sono i reperti più importanti emersi fino ad ora?
L'importanza del sito, chiaramente, va al di là dei reperti rinvenuti e consiste anche nella sua stessa monumentalità, complessità ed estensione. I reperti di maggiore pregio sono quelli relativi alla decorazione del tempio principale, con un braccio della statua di culto in marmo pario le cui dimensioni ricostruibili sono circa di 6 m d'altezza, le terrecotte architettoniche di alta qualità che decoravano sia questo tempio che il circostante portico, nonché tutta una serie di oggetti di pregio che sono attualmente esposti alla mostra "I templi ed il forum di Villa San Silvestro", in corso a Cascia, presso il Museo civico di Palazzo Santi.

4. Il sito di Villa San Silvestro ha un'importanza fondamentale nell'antico territorio Sabino. Come mai?
La conquista romana del 290 a.C. portò naturalmente grandi cambiamenti nel territorio sabino, che restava ancora legato ad un insediamento a villaggi sparsi nel territorio. Roma fece entrare le terre sabine nel proprio patrimonio demaniale, dandone una parte in assegnazione a coloni con cittadinanza romana che si insediarono sul posto ed un'altra parte, consistente soprattutto in pascoli e boschi, la mantenne per darla in affitto e ricavarne un'importante entrata per il fisco. Il territorio dell'Alta Sabina fu suddiviso in tre prefetture, Reate, Amiternum e Nursia, alla quale apparteneva anche il territorio casciano e dell'altipiano di Chiavano. Ma Roma voleva una presenza più capillare nel territorio e così creò una struttura amministrativa intermedia tra la città ed il villaggio, un centro amministrativo e politico che faceva da punto di riferimento per aree agricole e non urbanizzate, come appunto quella in cui si trova Villa San Silvestro. Nel grande foro di Villa San Silvestro gli abitanti del territorio circostante si recavano per pagare le tasse, arruolarsi, comprare o vendere beni, per le festività religiose, le attività politiche ed amministrative, i processi. Sorti tra III e II secolo a.C., alcuni fora, con la riforma della struttura dello stato romano avvenuta nel corso del I secolo d.C., si trasformarono in municipi e proseguirono la propria storia, mentre molti altri scomparvero. L'unico di questi attualmente noto è quello di Villa San Silvestro, che ci fornisce dunque una testimonianza unica della gestione del territorio sabino da parte di Roma e di come avvenne la romanizzazione della sabina ed il suo inglobamento nel mondo romano.

5. Quali sono le fasi storiche che lo hanno caratterizzato?
Dall'area provengono materiali di età neolitica fuori contesto, mentre per i periodi successivi disponiamo del castelliere che domina l'altura al di sopra del sito romano e di alcune strutture in terra cruda nell'area del tempio piccolo. L'area vede una prima occupazione subito dopo la conquista romana, con la costruzione del grande tempio ed il formarsi di un agglomerato sparso di strutture, riteniamo abitative, nell'area, da attribuire forse all'arrivo dei coloni romani. L'area del tempio principale viene poi monumentalizzata con un grande portico che racchiude al suo interno il tempio, sul lato opposto al quale sorgevano probabilmente edifici a carattere pubblico. Dopo il devastante terremoto del 99 a.C., citato dalle fonti, tutte le strutture vennero ricostruite; in particolare il tempio grande fu rifatto prendendo a modello, sia per la decorazione che per le caratteristiche architettoniche, coevi templi di Roma, il che ha fatto supporre che dietro vi fosse una committenza di livello molto alto. Tutta l'area fu poi abbandonata nel corso del I secolo a.C., per poi vedere un nuovo insediamento nel IV secolo d.C. con una nuova fase tra VI e VIII secolo, testimoniata soprattutto da sepolture.

6. Quali sono gli obiettivi della quarta campagna di scavo?
La quinta campagna di scavo si incentra soprattutto nell'area del tempio a doppia cella. All'interno dell'ampio perimetro del portico che circonda l'edificio sacro, vi è una complessa serie di edifici sia sacri che commerciali ed artigianali, che sorgono al di sopra di abitazioni provate precedenti. Inoltre, oltre il limite sud dell'area di scavo 2009 è venuta alla luce una strada su cui si affaccia un terzo portico, con relativi ambienti. Stiamo cercando di chiarire con saggi in profondità le varie fasi cronologiche che caratterizzano l'area e che sono, di fatto, più complesse rispetto a quelle dell'area del tempio principale.

7. Volete parlarci del coinvolgimento degli studenti universitari?
Gli scavi universitari si svolgono principalmente grazie all'impegno degli studenti volontari. Gli studenti universitari che partecipano alla campagna provengono per la maggior parte dall'Università di Perugia, ma vi sono anche studenti, dottorandi e specializzandi dell'Università di Siena, Firenze, Lecce, Salamanca e Madrid e dell'Ecole Normale Superieure di Lione.
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