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Carlo Innocenzi (compositore)
ArcheoAmbiente-News 03 febbraio 2011 - Ancora sulla moria di pesci ed uccelli...

Non possiamo certamente dire che questo anno sia iniziato in maniera positiva ecologicamente parlando.

Ricorderete infatti l'articolo dell'amico Walter Conidi del 10 Gennaio 2011 "Morìa di uccelli, qualcosa di strano nei tracciati radar sull'Arkansas"

www.centroufologicoionico.com/articoli/news/329-moria-di-uccelli-qualcosa-di-strano-nei-tracciati-radar-sull-arkansas

La morte dei volatili fu attribuita ad un forte trauma che colpì 5000 esemplari, un trauma la cui fonte rimane tutt'ora sconosciuta. Il mistero però è alimentato da quello che successe cinque giorni dopo nel fiume Arkansas, ovvero una morte estesa in un modo a dir poco capillare, di circa 100.000 esemplari di pesci tamburo. Paurosa coincidenza che questo sia avvenuto a soli 200 chilometri da Beebe, dove è avvenuta la strage di volatili?

Il numero degli esemplari morti è l'elemento che fa più rabbrividire, un numero 20 volte superiore alla morìa di uccelli del 31 Dicembre 2010, e i resti degli animali ricoprono circa 32 chilometri delle sponde del fiume, notizia pervenuta al New York Daily News tramite Keith Stephens, appartenente alla commissione statale della cacciagione e della pesca. Resta quindi da capire la causa di una simile strage ed entriamo in un mistero sempre più fitto, perché gli scienziati durante le ricerche effettuate fino ad ora hanno escluso la possibilità che potesse trattarsi di morte per inquinamento, dato che l'incidente ha coinvolto solo la specie dei pesci tamburo e nessun altra specie di pesce, il che fa cadere l'ipotesi che possa trattarsi di morte dovuta ad un agente inquinante. Restano allora ben poche altre spiegazioni che hanno causato la morte di ben 100.000 sfortunati esemplari. Da citare in particolare è l'attività che viene svolta nell'Arkansas per l'estrazione di un gas particolare, chiamato Shale Gas.

Lo Shale Gas è un gas naturale, in prevalenza metano, contenuto in rocce scistose che si trovano a circa un chilometro e mezzo di profondità nel sottosuolo di 48 Stati americani. Viene considerato un gas non convenzionale perchè intrappolato in rocce poco permeabili, e dunque non convenzionali, che per l'estrazione devono essere "fratturate". Come nel caso del cosiddetto petrolio non convenzionale, il gas non convenzionale è più difficile e costoso da estrarre. Sono quattro i piu' grossi giacimenti di shale gas negli Stati Uniti: il Barnett in Texas, dove si produce il 50% dell'output totale, l'Haynesville in Luosiana e Texas, il Fayetteville in Arkansas e il Macellus in Pennsylvania e in alcuni stati limitrofi.

Il Marcellus dovrebbe contenere oltre 489.000 miliardi di piedi cubi di gas, secondo il geologo della Penn State University, Terry Engelder. Secondo le stime del Dipartimento Usa dell'Energia, 1.000 miliardi di piedi cubi di gas sono in grado di riscaldare 15 milioni di abitazioni per un anno oppure 12 milioni di veicoli a gas per un anno.

C'è chi dice che si potrebbe addirittura soddisfare la domanda energetica del pianeta per i prossimi 50.000 anni, chi ha stimato per l'Europa un aumento del 50% di metano sfruttando solo il 10% dei giacimenti di shale gas presenti nel vecchio continente, chi ha parlato di un +100% a livello globale, una cifra che renderebbe questa risorsa abbandonate come il carbone... tutti, comunque, sono d'accordo sull'enorme potenzialità delle riserve, benché nessuno sappia ancora quantificarne le dimensioni. È evidente però che frantumare interi strati rocciosi del sottosuolo può comprometterne la stabilità idrogeologico, con un rischio molto alto per le falde acquifere. Inoltre, per aprire un singolo pozzo occorre sparare sottoterra circa 10 milioni di litri d'acqua - bene sempre più a rischio - la quale risale insieme al gas inquinata da additivi chimici.
È dunque necessario un intervento di bonifica a seguito di ogni estrazione.

La drammatica strage di pesci del fiume di Arkansas quindi potrebbe essere da attribuire ad una mancata o errata bonificazione dell'area di estrazione, ma anche se risulta essere l'ipotesi più plausibile il mistero è tutt'altro che risolto, c'è ancora da capire perché una sola specie di pesci è stata colpita da questo disastro, è proprio questo che spinge funzionari di stato, biologi e tossicologi dopo un'attenta analisi ad escludere la morte per inquinamento. Se fosse per una cattiva estrazione dello Shale Gas avrebbero dovuto bonificare la falda acquifera, ma ammesso che il problema sia stata una errata bonificazione allora per lo stormo composto da 5.000 uccelli a 1.400 piedi di altezza? La morte dei volatili è da attribuire ad un forte trauma e se fosse così anche per i 100.000 pesci? A questo punto la vicenda si fa alquanto preoccupante, avremmo anche tutte le ragioni per credere che si tratti di esperimenti militari segreti per testare la distruttività di una qualche arma che sia chimica o di qualsiasi altra natura... Le analisi procedono e non possiamo fare altro che attendere, sperando che le morti si fermino qui.

di Valerio De Rosa

Fonti: tecnologiaericerca.com – vip.it

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