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Carlo Innocenzi (compositore)
ArcheoAmbiente-News 08 aprile 2011 - Se la musica è indipendente le netlabel vivono senza Siae. Viaggio nell’universo della musica online che vive e si sviluppa grazie ai circuiti alternativi……

Si autoproducono, sono slegate dai vincoli che regolano il mercato delle major e delle indies, distribuiscono le opere degli artisti sul web con Creative Commons o con chiavette usb. Viaggio nell'universo della musica online che vive e si sviluppa grazie ai circuiti alternativi

L'AVEVANO detto in molti, l'ha confermato la Corte dei Conti degli Stati Uniti: "Le stime sui danni della pirateria sono false". Nuovi studi hanno dimostrato che gli artisti fanno soldi col file sharing e nel mondo si moltiplicano le iniziative di open music libraries. In Brasile, in seguito alla consultazione pubblica per la riforma della legge sul copyright si è fatta la proposta di rendere legale il filesharing non commerciale pagando un canone fisso come incentivo alla banda larga. E in Italia si prova a fare a meno degli intermediari tradizionali per produrre musica indipendente da scaricare e ascoltare online senza pagare.

Tutta la musica online dell'italianissima BuskerLabel, è gratuita e legale perché pubblicata con licenze Creative Commons. Lo stesso vale per Sub Terra - netlabel nata nei boschi della Tuscia - che fa del copyleft la sua missione. Che vuol dire che un'etichetta è copyleft è facile immaginarlo: tutti i dischi prodotti e distribuiti sono rilasciati sotto licenze Creative Commons o similari che ne permettono il download gratuito e legale e ne incoraggiano la copia e la condivisione. A Subterra sono convinti che "la libera versione digitale disponibile in rete non toglie nulla al fascino del supporto fisico, che è possibile acquistare on-line e ricevere tramite spedizione."

Queste etichette si affidano spesso a una distribuzione dei propri lavori attraverso i circuiti alternativi come i centri sociali o i banchetti degli eventi e dei concerti dal vivo in cui distribuiscono musica e cataloghi usando le pen-drive (le "chiavette" usb). Ma fanno anche di più insieme ai loro autori. Con il progetto "Oscena. Musica altrove", Hyaena Reading, ImagoSound e il Fronte popolare per la musica libera hanno creato un circuito di piccoli luoghi inusuali, osceni (cioè fuori scena), e altrove rispetto al consueto, nei quali è possibile suonare dal vivo. I luoghi possono essere case di città, ville private, casolari, librerie, gallerie d'arte, piccoli e grandi locali sensibili al concetto di open e copyleft, per aggiungere alle performance il valore della condivisione umana e culturale, offrendo una reale alternativa al tradizionale circuito musicale. Luoghi osceni insomma per concerti intesi come eventi molto intimi e informali.

Sono etichette indipendenti nel senso che producono e distribuiscono musica autoprodotta slegata dai vincoli che regolano il mercato delle major e delle indies. Soprattutto hanno uno speciale rapporto con gli autori, che spesso si caratterizzano per la critica al copyright e alla funzione delle collecting society tradizionali, come Hyaena Reading, "poco incline al compromesso gestionale quanto a quello artistico, per volontà dei propri autori è fiero di non avere brani tutelati dalla SIAE secondo il vecchio, inutile copyright tradizionale".

Idem per i Rein che da dieci anni sperimentano un nuovo modo di produrre e promuovere la musica, ispirati dal principio fondamentale della condivisione della cultura. Contestando il sistema di distribuzione classico, vendono migliaia di copie semplicemente grazie al passaparola tra i loro sostenitori. Non si tratta di ragazzotti, che regalano la musica solo per farsi conoscere visto che compaiono nel calendario di importanti festival internazionali accanto ad artisti quali Patty Smith e Tracy Chapman. Il loro ultimo disco, "E' finita", è stato lanciato in esclusiva in free-download sul web, per poi passare ad una distribuzione più "classica", un modo provocatorio "per dimostrare l'inadeguatezza delle consuete pratiche di produzione e promozione proprie di un sistema discografico agonizzante."

Certo, per far conoscere questa musica non basta renderla gratuita, e allora ogni netlabel crea la propria webzine, si appoggia a una radio web (come fusoradio) dissemina opere e informazioni sui maggiori social network, punta al coinvolgimento degli amanti del genere, offrendo la possibilità di partecipare all'impresa con donazioni o sponsorizzando direttamente i gruppi musicali che non vogliono rivolgersi alle major. Il modello è quello del crowfunding che ha già mostrato di avere buone possibilità nel campo del giornalismo. Ad esempio su buskerlabel è possibile ascoltare in anteprima album inediti, ricevere bonus tracks in esclusiva e scaricare musica in alta fedeltà finanziando il proprio artista preferito.

Ma se l'aspetto economico per gli artisti delle netlabel può diventare secondario, che dire del furto della creatività? Rilasciare un disco in Creative Commons non vuol dire per forza cederlo gratis e lasciarlo nel public domain, e c'è sempre il rischio che qualcuno se ne appropri. Ogni artista non vuole soltanto che la sua musica si ascolti ma esserne riconosciuto come autore. Qui si inserisce l'opportunità della marcatura temporale. Un gruppetto di ingegneri e informatici romani ha per questo avviato un progetto, "Patamu ", per la tutela delle idee musicali ma non solo. Patamu offre un servizio di marcatura temporale e una cassaforte digitale dove depositare opere e idee e che usa la crittografia per proteggerne l'autenticità e la primogenitura. Patamu ha da poco avviato una collaborazione con l'etichetta Creative Commons Subcava Sonora per la tutela dal plagio del nuovo album rilasciato in licenza cc. Il sistema è gratuito per usi amatoriali e per un numero limitato di operazioni, ma offre anche un servizio a pagamento per chi ha esigenze diverse. L'uovo di Colombo.

di Arturo Di Corinto
Fonte: la Repubblica
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