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Carlo Innocenzi (compositore)
ArcheoAmbiente-News 23 marzo 2012 - Museo del tartufo a Scheggino: cinque generazioni di passione……

La storia del tubero scuro si intreccia con quella del territorio e della famiglia Urbani

Prima di entrare nel Museo del Tartufo ci si prepara all'impatto emotivo. Trattandosi degli Urbani, come noto, è buona regola aspettarsi qualcosa di fuori dal comune. Ma non basta. Non può bastare.

Perché il Museo del Tartufo di Scheggino, voluto e realizzato dalla famiglia Urbani, racchiude in sé non soltanto le meraviglie e la magia dell'oro nero della Valnerina, ma anche e soprattutto la storia dei suoi custodi centenari, cinque generazioni di imprenditori che hanno fatto del tartufo uno stile di vita, un simbolo che identifica un territorio, un marchio del made in Italy più prezioso di qualsiasi gioiello.

Eh sì, perché ogni immagine, ogni macchinario, ogni telegramma, ogni fattura scritta a mano trasudano storia, passione e voglia di non sentirsi mai arrivati. Dai primi lavatoi a mano, improvvisati nella casa di Carlo Urbani e di sua moglie Olga, fino alla lettera di ringraziamento del presidente Nixon, passando per la goliardica confraternita del tartufo fino ad arrivare al riconoscimento del Cavalierato del Lavoro a Paolo Urbani. Cento anni di storia, di evoluzione, di progressi nella lavorazione di un prodotto naturale partorito dalla terra, un prodotto al quale la famiglia Urbani deve la propria fortuna ma al quale ha anche consacrato la propria esistenza. Con amore.

Il Museo del Tartufo è un vero e proprio inno all'amore per il preziosissimo tubero, sia che lo si goda fresco, congelato o conservato, oppure ancora lavorato nelle sue infinite combinazioni di salse, olii e fantasiose invenzioni. Un inno, questo Museo, nel quale neanche la più piccola nota è stata lasciata al caso. A cominciare dalle citazioni shakespeariane fino alla scelta delle teche, semplici e trasparenti, in un delicato contrasto con la materia scura della terra e del tartufo. La colonna sonora de "La mia Africa", scritta da John Barry e adottata dagli Urbani come musica ufficiale del sito Internet, accompagna il visitatore lungo il viaggio attraverso la storia di un prodotto, di un'azienda e di una famiglia ma anche del territorio della bassa Valnerina, che scorre attraverso foto grafie, documenti, confezioni, ricordi. Un viaggio nel quale non si è mai soli: le sagome degli Urbani, realizzate da stupende foto d'epoca, sembrano strizzare l'occhio ai propri ospiti accompagnandoli lungo il cammino.
Da vedere e rivedere.

di Daniele Ubaldi

Fonte: SpoletOnline
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