07 aprile 2009 - Norcia, domenica 3 maggio, ritorna "Piantamaggio". Era un rito a sfondo propiziatorio che......
Domenica 3 maggio a Norcia ritorna “Piantamaggio”, organizzato in modo originario e originale, dagli alunni delle classi I, II e III del corso turistico dell’I.I.S. “R.Battaglia” di Norcia, guidati dalla Prof.ssa Grazia De Dato. Impegnati nel recupero delle tradizioni popolari, nella conoscenza del patrimonio storico e artistico della città, in una parola, nel “Progetto Turistico”, fortemente voluto e sostenuto dalla Preside Prof.ssa Rosella Lopa, scoprivano che il Piantamaggio era un rito a sfondo propiziatorio che si perde nella notte dei tempi e che, nei secoli, ha assunto per motivi politici (ripristino dell’ordine pubblico nell’antica Roma) e storici, oggetti, forme e manifestazioni diverse e sempre più articolate. Praticato un tempo lontano a Norcia, precisamente a Capolaterra, divenne poi un semplice fatto privato, seguito da una “passeggiata romantica”; però nei Comuni di Norcia (Ancarano e Campi), di Preci (Corone e Castelvecchio) ogni anno, alle “calende di maggio” (31 aprile-1 maggio), rivive in forma collettiva. Tale data rimanda ad un’antica tradizione di origine pagana, quanto a Roma si svolgevano le feste della primavera in onore di Bacco o Diòniso: i baccanali; questi in un secondo tempo, diventano anche propiziatori degli dei in occasione della semina e delle messi; poi festa per i pastori che ritornano dalla transumanza; infine rito di iniziazione dei giovani nel mondo degli adulti. I baccanali, ai tempi dei “venti della Rivoluzione francese (fine 1700 e inizio 1800), si arricchiscono “dell’Albero della libertà”, piantato nelle piazze dove passavano le armate francesi, dando luogo al “maggio”, cioè ad un albero di faggio o di pioppo, simbolo della fertilità, rubato dai giovani nelle campagne del paese vicino per essere piantato, dopo il taglio, la ripulitura di foglie, da rami e da cortecce, nella pubblica piazza del loro paese: il piantamaggio. In piazza, nella parte alta del fusto, prima di essere innalzato e fatto scivolare in una buca preparata per l’occorrenza, è innestato un ramo fiorito di ciliegio selvatico, che simboleggia il “Matrimonio fra alberi”, la fertilità, dunque ad alludere all’unione tra l’uomo e la donna; infine per rendere onore alla Libertà, sempre nella parte alta, è legata la bandiera nazionale.
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