04 marzo 2010 - Conteso tra Roma, dove fu portato per essere restaurato, e Carpineto Romano dove fu scoperto nel 1968, il “San Francesco in meditazione (1606)” del Caravaggio..............



Scoperto nel 1968 a Carpineto Romano, il "San Francesco in meditazione" (1606) fu portato a Roma e restaurato. Da allora è in deposito alla Soprintendenza a Palazzo Barberini. In queste settimane è in tournée in Scandinavia. E il piccolo centro di sui monti Lepini ne reclama la restituzione. Per questo ha restaurato il Museo civico.
A inizio celebrazioni nazionali per il quarto centenario delle morte del Caravaggio, con la grande mostra alle Scuderie del Quirinale appena inaugurata, un capolavoro dell'artista lombardo, “San Francesco in meditazione (1606)”, si ritrova al centro di una contesa tra Roma e Carpineto Romano, piccola cittadina incastonata sui monti Lepini nella provincia sud della Capitale,che ha dato fiera i natali a papa Leone XIII. "Lavoreremo affinché si possa presto salutare il ritorno a Carpineto Romano della preziosa tela del Caravaggio presso il Museo civico di Palazzo Aldobrandini", si legge addirittura nel programma di governo del neoeletto sindaco del Pd Quirino Briganti.
Una sfida, quella di riportare a casa il Caravaggio, che corona quattro decadi di attesa.

E', infatti, a Carpineto Romano che nel 1968 fu scoperto il “San Francesco in meditazione”, di cui esiste anche un famoso e chiacchierato sosia nella chiesa romana di Santa Maria della Concezione (di cui oggi si riconosce la mano di uno stretto seguace del Caravaggio). All'epoca della scoperta la tela era inchiodata alla parete della chiesa di San Pietro, ma condotta a Roma, fu sottoposta a fior di restauri che ne ufficializzarono l'autenticità. Di proprietà del Fondo edifici di culto del Ministero dell'Interno, l'opera fu consegnata in deposito presso la Soprintendenza a Palazzo Barberini, sede della Galleria nazionale d'arte antica, e da lì non si è più mossa.

Perché? Perché secondo i dirigenti, a Roma l'opera era valorizzata meglio, godeva di una più ampia visibilità da parte del pubblico, ma soprattutto perché a Carpineto Romano non esisteva un luogo all'altezza della conservazione di un capolavoro del Caravaggio.

Invece, oggi, per riprendersi il quadro, Carpineto Romano ha pronto il Museo civico di Palazzo Aldobrandini, tutto ristrutturato ai massimi standard internazionali di sicurezza e di conservazione microclimatica grazie al sostegno con oltre 2,5 milioni di euro della Regione Lazio con l'assessorato alla Cultura di Giulia Rodano, paladina della restituzione dei beni culturali al proprio territorio d'origine, che sottolinea: "Siamo pronti e disponibili a fare tutto quello che serve.

Abbiamo ottemperato alle indicazioni della Soprintendenza modificando anche il progetto originario. Riteniamo che ormai non ci siano più ragioni culturali a dire di no. Quanto alla visibilità, Carpineto offrirebbe davvero un bellissimo one opera show, mentre a Roma l'opera di Caravaggio sarebbe una delle tante, tant'è la mandano in giro per il mondo".
"Se le condizioni di sicurezza ci sono e il Fec dà il nullaosta, il Caravaggio può tornare. Ma con l'accordo che in caso di mostre venga ridato in prestito", commenta l'attuale soprintendente al polo museale romano Rossella Vodret, assai sensibile alla questione, visto che è stata lei nel 2000 a fare luce sull'enigma dei due "San Francesco" di Caravaggio. Bisognerà comunque aspettare il 2011 per la rentrée a Carpineto Romano, perché il quadro, nell'ambito delle iniziative per l'anniversario della morte dell'artista, è in tournée per la Scandinavia, fino ad aprile rimarrà in mostra a Stoccolma, poi toccherà Helsinki e Bergen, mentre e a novembre sarà a Palazzo Venezia per la grande mostra "Roma al tempo di Caravaggio".



di LAURA LARCAN (La Repubblica – 19/02/2010)