31 maggio 2010 - Dagli arancini alla porchetta, anche per i “cibi di strada” arriva la doc.........



L'iniziativa dell’Associazione StreetFood
si pone l'obiettivo di “certificare” gli operatori di strada
fino ad oggi non riconosciuti in una precisa categoria, al fine di riqualificarli e tutelarli, evidenziandone anche la loro valenza di ''animatori e promotori del territorio'', ed il consumatore che potrà riconoscere quelli “buoni” grazie ad un marchio che li contraddistinguerà “Artigiani del gusto” appunto.
Il convegno, voluto e impostato dall'Associazione Nazionale Streetfood in occasione del primo grande evento di successo appena concluso con numeri da capogiro a Marciano della Chiana (Arezzo), ha confermato l'interesse di Asl8 Arezzo e delle associazioni di categoria coinvolte - Cna, Confartigianato, Fipe-Confcommercio e Anva-Confesercenti - per il settore ambulanti e itineranti e la doverosa sempre maggiore semplificazione delle procedure di adeguamento alle norme sanitarie e del commercio per far sì che il patrimonio storico cultural-gastronomico italiano rappresentato da una miriade di cibi di strada sparsi per lo 'Stivale' sia sempre più forte e competitivo e riesca a contrastare l'avanzata di cibi apolidi capofila di un'errata tendenza a globalizzare i sapori assieme all'automotive e il prodotto industriale in genere.
''Quali prospettive per il cibo di strada?'' e ''Cibo di strada e tipicità come trait d'union per il Turismo enogastronomico integrato'' sono aspetti vitali che non si devono escludere a vicenda ma integrare secondo il presidente provinciale di Confartigianato Imprese dell'Alimentazione di Arezzo, Fabrizio Piervenanzi, da cui è partito il messaggio.
“Imprese, consumatori e prodotti sono le tre realtà attorno a cui si esplica il cibo di strada italiano - sostiene Piervenanzi - ed è importante individuare le strade da seguire per l'interdipendenza e collaborazione fra le realtà suddette. Tra le tre tipologie di imprese del settore vi sono i laboratori o botteghe di un tempo, gli ambulanti e itineranti come seconda tipologia e la terza è rappresentata da coloro che sottovalutano a priori l'adeguamento a norme sanitarie e di commercio''.
Il cibo di strada, oltre ad essere un elemento basilare della storia italiana dell'arte culinaria è anche un elemento che può far da volano, più di altre realtà consumate “al piatto” che per strada permette letteralmente di 'gustare il territorio', osservarlo e goderselo mangiando un prodotto che ne è l'espressione socioculturale. A questo proposito è importante l'impegno a riqualificare il settore, anche dal punto di vista delle norme, e le premesse di una sinergia intelligente ci sono. (Fonte: Adnkronos)