09 giugno 2010 - Restaurato un Tintoretto "Apollo e le Muse" (1560-1570) dimenticato in una casa inglese. Dubbi sul simbolismo del quadro e sull’identità dei personaggi raffigurati...
Nel 1981 Henry John Ralph Bankes, discendente dell’esploratore ed egittologo inglese William John Bankes, noto per le sue avventure in epoca vittoriana, lasciò al National Trust la magione di Kingston Lacy nel Dorset, e fra i beni contenuti nell’antica casa di famiglia vi era anche un dipinto, originariamente conosciuto come «Apollo e le Muse», che si diceva fosse del Tintoretto, anche se le pessime condizioni in cui era stato tenuto ne avevano reso difficile l’attribuzione ufficiale. E così il quadro è finito dimenticato in un deposito per 30 anni, fino a quando non si è deciso di mettervi mano con un robusto intervento di restauro da quasi 45mila euro, eseguito dagli esperti dell’Hamilton Kerr Institute di Cambridge, che hanno rimosso 500 anni di sporco e vernice ormai scolorita.
Al termine del lavoro di recupero, è stato così possibile confermareche si trattava davvero di un’opera del maestro del Rinascimento veneziano, sebbene, analizzandola poi ai raggi X e infrarossi, siano emersi forti dubbi sul simbolismo del quadro e sull’identità dei personaggi raffigurati, tanto da spingere i curatori del «National Trust» a cambiargli il titolo in «Apollo (o Imeneo) che incorona il Poeta dandogli una Sposa» e a chiedere aiuto al pubblico per risolvere il mistero legato al dipinto.
«In questo momento, abbiamo più domande che risposte – ha confermato al "Daily Telegraph" Rob Gray, responsabile della "House and Collections" di Kingston Lacy – e stiamo ancora cercando di capire che cosa significhi il quadro. La prima volta che ci è arrivato, infatti, il dipinto era così scuro che potevi a malapena distinguere le figure, ma dopo il restauro abbiamo cominciato a dubitare del titolo originario e gliene abbiamo dato uno provvisorio».
Acquistato da William John Bankes nel 1849, mentre questi era in esilio a Venezia, il dipinto risalirebbe fra il 1560 e il 1570 e sarà mostrato per la prima volta oggi proprio a Kingston Lacy.
«Il processo di restauro ha evidenziato i tratti inconfondibili del Tintoretto – ha spiegato a "The Independent" la consulente d’arte Christine Sitwell – ma ha lasciato sconcertati per i contenuti che vi sono raffigurati».
A sorprendere gli esperti, il fatto che vi fossero rappresentate appena sette Muse (nella mitologia greca erano nove) e che vi sarebbero anche una figura identificabile con Ercole (grazie alla testa di leone e alla pelliccia sopra la testa) che regge una lancia nella mano destra e un arco con la sinistra e un personaggio dalle fattezze androgine, probabilmente un poeta, mentre ai piedi di Apollo comparirebbero una serie di oggetti inspiegabili, fra cui una coppa, un piatto e una scatola, tutti d’oro.
«L’arco in mano ad Ercole è significativo – ha detto il dottor Paul Taylor, vice curatore del “Warburg Institute” – perché l’Ercole gallico è sinonimo di eloquenza e, quindi, questo lascia supporre che l’uomo incoronato sia uno scrittore o un oratore, mentre le donne che portano i fiori devono essere le Grazie. Anche il fatto che Apollo stia in piedi sugli oggetti in oro è interessante, perché potrebbe indicare il suo aver voltato le spalle alle cose materiali, per raggiungere la gloria».
«È senz’altro un’opera di grande significato – ha concluso Alastair Laing, curatore dei dipinti e delle sculture del National Trust – perché Tiziano, Veronese e Tintoretto sono i tre grandi maestri della metà del XVI secolo. Avere un dipinto di Tintoretto in una casa inglese, anziché nella sua location originaria di Venezia o in un museo italiano, è un fatto davvero straordinario, ma ancor più straordinario è che non sappiano ancora per chi o per cosa il quadro sia stato dipinto e cosa rappresenti».
di Simona Marchetti (Corriere della Sera – 09/06/2010)
|
|
|