22 luglio 2010 - La prima mappa mondiale delle foreste. Può essere usata per capire quanto carbonio è custodito nelle piante....



Gli scienziati della Colorado State University hanno utilizzato una tecnologia laser e ne hanno combinato i dati con quelli forniti dai satelliti della Nasa

La mappa delle foreste di tutto il mondo è una realtà. La sua compilazione è stata resa possibile da avanzate tecnologie laser, i cui dati parziali sono stati arricchiti e completati da quelli raccolti dai satelliti dell'ente spaziale statunitense.

LA CREAZIONE - Per sette anni il professor Michael Lefsky ha raccolto i dati per mettere a punto la mappa forestale globale. Utilizzando il LIDAR (Laser Imaging Detection and Ranging), una tecnica di tele-rilevamento che consente di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie grazie all'uso di un impulso laser, era però riuscito a coprire solo il 2,4 per cento dell'intera superficie terrestre. Pertanto il ricercatore americano ha dovuto ricorrere alla strumentazione di bordo dei satelliti in grado di registrare le informazioni su aree più ampie. La mappa mostra l'altezza raggiunta dal 90 per cento degli alberi presenti su una superficie di 5 chilometri quadrati, ma non quella delle singole piante.

FORESTE - Le più alte si trovano in Nord America, nella zona nord-occidentale del Pacifico e nell'Asia sud-orientale e sono risultate essere quelle di conifere in zone dal clima temperato, che raggiungono i 40 metri. Le foreste tropicali hanno invece una statura media di 25 metri, paragonabile ai boschi di querce, faggi e betulle che ricoprono l'Europa e gran parte degli Usa, mentre quelle boreali, dove regnano l'abete rosso, quello comune, il pino e il larice, si fermano al di sotto dei venti metri.

A COSA SERVE - La mappa può aiutare la scienza a comprendere quanto carbonio sia racchiuso nelle foreste e con quali tempi venga reintrodotto nell'atmosfera attraverso l'ecosistema. Inoltre potrebbe essere utilizzata per creare dei modelli al fine di prevedere le modalità di propagazione degli incendi o quanto rappresentino un habitat ideale per le svariate specie di animali.

BIOMASSA E CARBONIO - Ogni anno gli esseri umani rilasciano sette miliardi di tonnellate di carbonio, la maggior parte delle quali sotto forma di anidride carbonica. Tre miliardi vanno nell'atmosfera e due negli oceani, ma si sospetta che le restanti due tonnellate vengano catturate dalle foreste e immagazzinate come biomassa. Quest’ultima rappresenta tutti i materiali di origine organica (vegetale e animale) che non sono andati incontro a processi di fossilizzazione. È soltanto di recente che gli ecologi hanno iniziato a cercare di comprendere quali tipi di foreste o di terreni immagazzinino la maggior quantità di carbonio e se sono in grado di continuare ad assorbire la produzione umana. «Sappiamo che esiste una relazione tra l'altezza degli alberi e la biomassa - ha dichiarato il professor Lefsky -, il mio prossimo obbiettivo è riuscire a capire quale parte di questa biomassa sia viva e quanta sia morta e in decomposizione, e quindi pronta a restituire l'anidride carbonica assorbita». In questo periodo un team di ricercatori sta compiendo osservazioni nella foresta amazzonica a questo riguardo.

di Emanuela Di Pasqua (Corriere della Sera)