18 novembre 2010 - Dopo 30 anni di "latitanza" torna ad Aidone il famoso tesoro di Morgantina trafugato negli Usa.



Disseppelliti e trafugati dai tombaroli trent'anni fa nelle campagne siciliane intorno a Enna, venduti sottobanco nelle aste clandestine internazionali da esperti d'arte antica e infine acquistati dal Metropolitan Museum di New York nel 1984, dove sono stati esposti fino allo scorso anno, gli Argenti di Morgantina - sedici raffinatissimi pezzi d'argento d'orato d'epoca ellenistica "rientrano definitivamente il prossimo 3 dicembre ad Aidone, il piccolo comune montano della provincia di Enna sorto nelle vicinanze dell'antico centro abitato di Morgantina.
Gli Argenti, conosciuti anche come il Tesoro di Eupòlemos, dal nome del loro ultimo proprietario, saranno esposti nel Museo Archeologico di Aidone dove già dallo scorso anno figurano gli spettacolari Acròliti di Demetra e Kore (restituiti anch'essi dagli Usa) e dove in primavera arriverà la celebra statua della Venere di Morgantina.
L'allestimento museale per gli Argenti è progettato dal neo direttore del Parco Archeologico di Morgantina, Enrico Caruso e prevede, insieme ai sedici pezzi, l'esposizione di una raccolta di reperti inediti provenienti dall'abitazione di Eupòlemos risalenti al III secolo a.C. e recuperati durante le campagne di scavo degli anni Novanta dirette da Malcom Bell III, l'archeologo statunitense profondo studioso di Morgantina “e già cittadino onorario di Aidone - cui si deve il riconoscimento dei tesori d'arte trafugati in Sicilia ed esposti nei musei americani. In mostra ad Aidone, quindi, accanto agli argenti, saranno una grande àrula (altare domestico), vasellame da mensa, anelli, spatole e stiletti in bronzo, vasetti miniaturistici e due "singolari" monete separate da duemila anni di storia e divenute simbolo della romanzesca avventura degli argenti.
Si tratta di una sikeliòtan, la moneta coniata proprio a Morgantina intorno al 212 a.C. con l'effige di una dea, Persefone o Demetra, la grande madre il cui culto si celebrava proprio da queste parti (Santuario S. Francesco Bisconti), e una moneta da cento lire del 1978 con la dea Atena e l'ulivo. Un prezioso indizio per gli archeologi-investigatori che, in un colpo solo, hanno potuto datare gli argenti di Eupòlemos, nascosti nottetempo nel 211 a.C. dal loro proprietario ai romani conquistatori in quella che viene indicata come la modesta casa di un suo servo e gli ultimi scavi clandestini che per trent'anni hanno sottratto a un'intera comunità, quella ennese e siciliana, passato e futuro.

Fonte: Il Velino