08 marzo 2011 - Shoah, nasce ad Assisi il Museo della Memoria……..



Un museo della memoria per non dimenticare quello che Assisi fece per salvare gli ebrei negli anni tra il 1943 e il '44.
E' l'iniziativa che sta portando avanti l'Opera Casa Papa Giovanni diretta dal vescovo emerito monsignor Sergio Goretti in collaborazione con il Comune di Assisi, la Regione dell'Umbria e la Provincia di Perugia, il patrocinio dell'Isuc, dell'Associazione Italia-Israele (sezione di Perugia) e del Franciscan Pilgrimage Programs. La mostra, ideata e curata da Marina Rosati, con ricerche e testi di Annabella Dona' e la consulenza storica di Francesco Santucci, sara' allestita nei locali della Pinacoteca comunale di Assisi e verra' inaugurata giovedi' 24 marzo alle 16,30.

Il Museo della Memoria raccoglie scritti, documenti inediti, foto e testi relativi a quel periodo storico e soprattutto ai personaggi che si prodigarono in prima persona per salvare circa 300 ebrei. La mostra parlera' di Don Aldo Brunacci, gia' fondatore dell'Opera Casa Giovanni che negli anni ha mantenuto viva la memoria, dell'allora vescovo monsignor Giuseppe Placido Nicolini che tiro' le fila dell'organizzazione clandestina che, spontaneamente, si era venuta a creare, di padre Rufino Niccacci, padre guardiano del convento di San Damiano, del podesta' di Assisi Arnaldo Fortini, del colonnello tedesco Muller, degli ordini religiosi, del frate minore conventuale padre Michele Todde e tutti gli altri che si prodigarono per salvare la vita a tante persone, destinate altrimenti alla deportazione.

Uno spazio sarà ovviamente dedicato anche a Luigi e Trento Brizi, i tipografici assisani che stamparono i documenti falsi per gli ebrei ed insieme ad immagini e riconoscimenti sara' esposta anche l'antica macchina tipografica con cassettiere, taglierina e timbri. Questa unione corale di intenti e di sforzi fece di Assisi un punto di riferimento importante, dimostrando quella fraternita' francescana che le e' propria. ''Questa iniziativa - spiega monsignor Sergio Goretti - vuole si'ricordare il passato, ma soprattutto essere un segno per il presente e per il futuro, per i giovani che, conoscendo cosi' la storia, possono comprendere che da una situazione di disperazione e disgrazia possono venire esempi di bene e fraterna accoglienza''.

Fonte: Adnkronos