07 maggio 2011 - I bimbi ed il clima che cambia svelato dalle chiocciole…….



Migliaia di ragazzi in tutta Europa hanno partecipato a Evolution Megalab, un macroesperimento che rivela che l'aumento della temperatura ha modificato il colore delle chiocciole.

IL CAMBIO climatico ha lasciato la sua traccia sul guscio delle chiocciole. Il colore di una specie chiamata Cepaea nemoralis è cambiato a causa della variazione della temperatura, nelle popolazioni che vivono nelle zone dunose europee. La scoperta è stata pubblicata la settmana scorsa sulla rivista Plos ONE. L'aspetto piú sorprendente di questo risultato è che non l'hanno ottenuto degli esperti malacologi, bensí migliaia di volontari sparsi in tutta Europa (soprattutto ragazzi e bambini) che hanno pazientemente raccolto e catalogato gusci di Cepaea. Questo macroesperimento si chiama Evolution Megalab ed è stato lanciato nel 2009, per commemorare l'anniversario di Darwin. Ora, i risultati di questo progetto partecipativo hanno visto la luce.
"Uscire dalla scuola per andare a cercare le chiocciole è stato interessante e divertente allo stesso tempo", dice Yuri, 17 anni, che ha partecipato all'esperimento insieme ad altri compagni di classe del liceo tecnologico Maserati di Voghera. "I ragazzi hanno osservato la biodiversità e la selezione naturale direttamente nel parco della città - spiega il suo professore di scienza, Mario Benenti - e persino alcuni genitori si sono aggregati alle escursioni, per curiosità".

Fra Aprile e Ottobre del 2009, circa 6000 volontari (secondo i promotori dell'esperimento, della britannica Open University) hanno raccolto chiocciole in 3000 località di 15 paesi europei. La Cepaea (che in Italia è presente solo nella penisola) può avere un guscio marrone, rosa o giallo, che può essere striato o no. I volontari hanno classificato gli esemplari in base al colore e al numero di strisce, e hanno caricato i dati sul sito del progetto. "Persino bambini di quattro anni hanno dimostrato la capacità di classificare i gusci", spiega Jenny Worthinghton, responsabile del progetto presso la Open University.

I promotori del progetto hanno combinato i dati raccolti con informazione storica tratta dai musei di scienze naturali. In questo modo, è stato compilato un archivio con dati di piú di mezzo milione di esemplari, vissuti nell'arco dell'ultimo secolo. "È uno degli studi evolutivi piú grandi che esistanto", osserva Giorgio Bertorelle, professore dell'Università di Ferrara e coordinatore del progetto per l'Italia.

Evolution Megalab ha verificato in primo luogo che il guscio tende ad essere tanto piú chiaro quanto piú si va verso i climi caldi del sud: dove fa caldo, la selezione naturale favorisce gli individui con un guscio che assorbe meno il calore. Ma c'è di piú: l'aumento di temperatura verificatosi in Europa nell'ultimo secolo ha cambiato il colore delle chiocciole. Negli ambienti dunosi, la popolazione di chiocciole gialle è aumentata a scapito di quelle piú scure. Secondo i coordinatori del progetto, mentre in altri ambienti le chiocciole si possono difendere dall'aumento di temperatura concentrandosi in zone ombreggiate, sulle dune questo è impossibile. Per questo, la selezione naturale ha favorito le popolazioni chiare rispetto alle scure.

Lo studio ha rivelato anche un risultato inatteso. In tutto gli ambienti, le chiocciole lisce sono diminuite e sono aumentate quelle striate (in particolare, quelle con un'unica striscia). "Un'interpretazione possibile è che i principali predatori delle chiocciole, i tordi, sono diminuiti, e quindi non c'è piú una necessità imperiosa di mimetizzarsi assumendo colori uniformi", spiega Bertorelle.

"Queste osservazioni mostrano che l'evoluzione è evidente nella natura ed è semplice da capire: qualcosa di molto lontano dal polverone sollevato da persone come De Mattei", afferma il ricercatore, riferendosi all'attuale vicedirettore del CNR, sostenitore del creazionismo.

"Se i dati da raccogliere sono semplici, la partecipazione dei volontari può dare un contributo prezioso alla ricerca", aggiunge. In Italia, la partecipazione si è limitata a una settantina di siti, concentrati soprattutto nel nordest. "Mentre in Inghilterra e Germania le attività extra-curricolari hanno un finanziamento pubblico esplicito, qui gli insegnanti si sono dovuti arrangiare da soli: però il sito web è ancora attivo e speriamo che continuino ad arrivare nuovi dati", conclude lo scienziato.

di Michele Catanzaro

Fonte: La Repubblica