02 febbraio 2013 - Il calore delle città influenza le stagioni: le temperature cambiano a migliaia di km……



Uno studio curato dall'Università della Florida spiega come in alcune regioni si registrino valori diversi rispetto a quelli previsti dai modelli climatici. L'utilizzo umano libera energie diverse da quelle naturalmente distribuite in atmosfera, rimaste bloccate per milioni di anni.


IL CALORE generato dalle città influenza le temperature nel raggio di migliaia di chilometri perchè altera la circolazione atmosferica. Se nel Nord America e Asia settentrionale questo calore fa aumentare di un grado le temperature invernali in Europa le fa scendere di un grado, soprattutto in autunno. E' quanto dimostra sulla rivista Nature Climate Change uno studio coordinato da Ming Cai della Florida State University a Tallahassee.

I ricercatori hanno analizzato le attività umane che rilasciano calore, dal riscaldamento degli edifici ai veicoli, e usando un modello dell'atmosfera hanno osservato le influenze di questo calore extra sul clima. L'effetto netto sulle temperature medie globali di questo calore extra, sottolineano gli esperti, è quasi trascurabile, provoca un aumento di soli 0,01 gradi. Ma è notevole a livello regionale e può spiegare perchè, sottolinea la ricerca, alcune regioni stanno sperimentando inverni più caldi rispetto a quanto previsto dai modelli climatici. In particolare il calore generato ogni giorno nelle aree metropolitane provoca in Nord America e Asia settentrionale un aumento delle temperature invernali di un grado mentre in alcune aree d'Europa causa una diminuzione delle temperature di circa un grado, soprattutto in autunno.

Questo rilascio di calore extra, sottolineano gli esperti, è diverso dall'energia che è naturalmente distribuita in atmosfera. La più grande fonte di calore, l'energia solare, riscalda la superficie terrestre e la circolazione atmosferica ridistribuisce questa energia da una regione all'altra. Il consumo di energia umana mette in circolazione, invece, l'energia che era rimasto bloccata per milioni di anni, per lo più sotto forma di petrolio o carbone.

Fonte: la Repubblica