02 febbraio 2013 - Ue: per salvare le api, no ai pesticidi……



Secondo gli esperti sono i responsabili del preoccupante declino di questi insetti.


«Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita»: lo sosteneva Albert Einstein, ben consapevole del cruciale ruolo di questo insetto nell’impollinazione e dunque nella vita. Da anni però le api sono a rischio e ora i principali accusati sono i pesticidi, soprattutto i neonicotinoidi, che l’Europa sta tentando di arginare nelle colture che hanno il più alto rischio di esposizione alle api, nonostante le chiare proteste dell'industria chimica. Il commissario europeo alla Salute e protezione dei consumatori, Antonio Borg, ha infatti presentato alcune iniziative legislative per limitare l'uso di alcuni pesticidi della famiglia dei neonicotinoidi. E subito è polemica, tra chi dice che la misura, per quanto ambiziosa, non sia sufficiente e chi difende a spada tratta i neonicotinoidi.

API IN PERICOLO - Le api sono fondamentali per l’equilibrio naturale globale, ma anche per l’alimentazione, che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, le api in primis. Ma da anni dilaga in Europa e in Nord America il cosiddetto Colony Collapse Disorder, ovvero la graduale moria di api, e uno dei segni della sindrome è l’assenza di api morte all’interno dell’alveare.

Tutto inizia nel 2006: agenti virali, prodotti chimici o surriscaldamento globale, forse ognuno di questi elementi ha causato il fenomeno secondo le varie interpretazioni che si sono susseguite negli anni.
La sindrome da svuotamento degli alveari secondo gli esperti è infatti un fenomeno multifattoriale, ma le api, che impollinano un terzo dei raccolti mondiali, gridano aiuto e per il momento l’Europa ha deciso di venire in loro soccorso, arginando i pesticidi e in particolare i neonicotinoidi.

Uno studio della European food safety authority (Efsa) punta il dito infatti sull'impatto del thiamethoxam, del clothianidin e dell’imidacloprid, tutti appartenenti a questa famiglia di insetticidi, e il portavoce della Commissione europea, Federic Vincent, spiega che il parziale divieto proposto dall’Europa si basa sui più recenti e autorevoli pareri scientifici e che la valutazione fornita dagli esperti su questa categoria di insetticidi «è preoccupante».

NEONICOTINOIDI - La Commissione Europea ha presentato agli Stati membri la proposta di sospendere per due anni l'uso di questi insetticidi particolarmente nocivi per le api, per il loro utilizzo sulle colture di mais, colza, girasole e cotone, nella forma di sementi conciate, uso in formulazione granulare e in spray.

«I neonicotinoidi elencati della proposta europea sono già temporaneamente vietati in Italia (dal 2008), ma solo per le sementi conciate. Ora è necessario estendere il divieto anche all'uso in formulazione granulare e in spray», spiega Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace.

Il declino delle api, secondo gli eco-attivisti di Greenpeace, è solo uno dei sintomi di un sistema agricolo che, basato sull'uso intensivo di prodotti chimici e al servizio degli interessi di multinazionali potenti, non riesce a coniugare una produzione abbondante con la tutela dell’ambiente. È necessario quindi un cambio radicale nella direzione di un'agricoltura di stampo sostenibile e forse l’iniziativa europea potrebbe rappresentare un primo passo, nonostante lo scontento delle associazioni ambientaliste.

NON BASTA - «La proposta della Commissione Europea è un primo e positivo passo avanti per affrontare gli effetti nocivi dei pesticidi sulle api, ma non basta. Queste sostanze sono fonte di problemi per gli insetti impollinatori anche quando vengono utilizzati in colture diverse da quelle menzionate dalla proposta della Commissione. Bisogna proseguire le indagini sul campo», ha aggiunto Ferrario.

Secondo l'Unep (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente), l'84 per cento delle principali colture europee dipende dall'impollinazione degli insetti, capitanati dalle api, principali responsabili dell'impollinazione di centinaia di specie di piante, sia coltivate che selvatiche.

Mentre la Bayer CropSciences, produttrice delle sostanze incriminate, continua a ripetere che i neonicotinoidi possono essere tranquillamente utilizzati, con efficacia e senza alcun rischio, nell’agricoltura sostenibile.
di Emanuela Di Pasqua

Fonte: Corriere della Sera