12 febbraio 2013 - Tutto Alberto Sordi, dieci anni dopo. Grande mostra gratis al Vittoriano di Roma a cura della Fondazione Sordi: fotografie, cimeli, spezzoni di film e abiti di scena…….



Due piani mica da ridere. Roba da grandi protagonisti di Roma. Siamo nella sala Zanardelli del Vittoriano, uno dei primi quattro simboli della Capitale, dopo il Colosseo, il Cupolone e Alberto Sordi. Sì, è lui il protagonista, come sempre, di «Alberto Sordi e la sua Roma», la mostra - dal 15 febbraio al 31 marzo, a cura della Fondazione Sordi e Roma Capitale - omaggio a dieci anni dall’addio alle scene (soltanto, e non dalla vita) del grande attore. Di fatto risulta difficile pensare che non ci sia più, guardando quel faccione da romano de Roma, e girando tra le gigantografie tratte dai 56 lungometraggi girati a Roma, spezzoni di film e abiti di scena. E’ come fare due passi a casa Albertone.

LA BICI DI ALBERTONE – A proposito, si dice che la sua villa sull’Aventino fosse talmente grande che ci potevi girare in bicicletta. «Ah, no?», sembra dirci Sordi guardandoci dalla foto tratta dal film L’arte d’arrangiarsi, davanti a un’edicola in via della Conciliazione. Ed eccola la bici (tra i cimeli dell’esposizione) dello sportivo che amava dire: «La ginnastica, il footing e le attività del genere sono in gran parte masochistiche, punitive della nostra istintiva passione per la spaparanzata». Meglio spaparanzarsi sulla poltrona da barbiere, pezzo importante della mostra, o addentare la mitica pastasciutta, come da foto-icona di Un americano a Roma.

UN GIORNO DA SINDACO - E mentre la musica di Piero Piccioni risuona nel percorso espositivo, curato da Comunicare Organizzando, lo sguardo si posa sul pianoforte dell’attore. Per un credente come lui (la foto scattata insieme a Papa Giovanni Paolo II benedicente vale più di un Oscar) i problemi del prossimo erano tutto: dalla solitudine degli anziani alla sorte dei cavalli delle «botticelle». Ecco il vetturino di Nestore, ultima corsa, tra le tappe finali di una carriera da innamorato di Roma conclusasi con gli 80 anni festeggiati proprio qui di fianco, nel 2000, da sindaco della Capitale per un giorno al Campidoglio, nella cui piazza è ritratto nelle vesti di Arpagone, dal film L’avaro.

CIAO, MARCHESE - Sordi avaro? Domanda legittima di fronte al salvadanaio donatogli come cittadino onorario di Kansas City. Di certo mai con la sua Roma, la cui storia d’amore è stata ricambiata con tanto di figli artisticamente adottati (vedi Verdone e Sordi di “In viaggio con papà”) e un sogno irrealizzato: liberare la Capitale dal traffico. Sarebbe stato uno dei due miracoli da Rodolfo Celletti (de “Il Vigile” sono esposti paletta, casco e stivaloni). L’altro gliel’ha donato la città. Basta guardare quella foto alla fine del percorso espositivo, con l’esterno di casa Sordi il giorno della morte: “Orfani di un vero romano: ciao marchese”.

«Alberto Sordi e la sua Roma». Complesso del Vittoriano; 15 febbraio-13 marzo. Ingresso 9,30-18,30 (sabato e domenica fino alle 19,30). Ingresso gratuito.

di Peppe Aquaro

Fonte: Corriere della Sera