Antonio Piersanti
Autore nel 1702 di un libretto su Monteleone dal titolo: “IL LEONE DEGLI APPENNINI”. In questo volume dedicato al Cardinale Gaspare di Carpegna, Vicario del Papa, egli, seppure usando uno stile letterario piuttosto magniloquente e fastidioso tale da rendere difficile e noiosa la lettura, descrive con sufficiente precisione da poter essere ancora oggi riscontrabili, il paese di Monteleone, il suo territorio, le principali vicende storiche, i personaggi più ragguardevoli che lo abitavano, le case, le chiese, i monti e le sorgenti.
Di Antonio Piersanti non si conosce molto.
Incerta è la sua data di nascita che si suppone intorno alla metà del ‘600, così come sconosciuta è la data della morte.Nel “LEONE DEGLI APPENNINI” egli parla del suo Testamento consegnato negli atti di un certo De Rossi nel quale cita d'aver provveduto “d'una libera e perpetua abitazione situata nella chiesa di S. Tomaso in Parione” contraddistinta dall'iscrizione in latino (traduzione di D.E. Severini):
A DIO OTTIMO MASSIMO
“Antonio Piersanti da Monte Leone pio Cavaliere Romano dopo aver posto a Roma le fondamenta della sua Famiglia, dopo aver sepolto nella chiesa di San Biagio in Via Giulia, sette figli avuti, in seguito a dispensa, da Michelangela Salvatori, presso le ceneri di sua madre Orsola, figlia di Girolamo Sereni e di Bonaventura Sinibaldi, appartenenti ai principali cittadini di Monte Leone, dopo aver sepolto nella chiesa delle Stimmate il cadavere di Ubaldo Bianchi suo fratello uterino, mentre era vivo scelse qui il luogo del suo riposo per sé, per sua moglie, per gli altri figli e per i loro discendenti. 1701”.
Attraverso questa iscrizione sappiamo che i cognomi dei suoi familiari appartenevano alla nobiltà Monteleonese del ‘600 e ‘700 e quindi si può supporre che anche lui fosse di ceto elevato.
Di altro si conosce che era laureato in Diritto Canonico; che la sua famiglia si era trapiantata a Roma; che era segretario o amico del Cardinale Gaspare di Carpegna, Vicario del Papa; che suo fratello (da parte di madre) Ubaldo Bianchi fondò la Confraternita del Suffragio nella Cappella dell'Immacolata, vicino alla chiesa S. Francesco in Monteleone dotandola di una rendita per assicurare la continua presenza di un Cappellano e che possedeva una casa a Monteleone (avuta in eredità) tra Via degli Archi e Via S. Francesco, dove tornava spesso e con lui anche il Cardinale (due epigrafi esistenti nella casa ne danno testimonianza).
Indietro |