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ArcheoAmbiente-News 31 maggio 2010 - Alberto Vannozzi, "il pittore autodidatta" dona alla chiesa di San Francesco di Monteleone di Spoleto due dipinti su legno raffiguranti San Francesco e Santa Chiara......

Una vera e propria celebrazione del tanto amato Monteleone di Spoleto. “ho oltre ottant’anni e nel suggestivo borgo umbro ho trascorso momenti indimenticabili che ho voluto riportare in un opuscolo da me redatto, otto porte unite da mura medievali, romaniche e rinascimentali, ognuna con una storia, ognuna suscitava nella mia mente giovane pensieri sublimi” cosi Alberto Vannozzi ha cominciato ha narrare la storia della sua vita da sempre legata agli incantati paesaggi di Monteleone. L’amore per questo paese monumento è stato manifestato più volte dal sapiente Vannozzi che ha voluto regalare alla Chiesa di San Francesco due dipinti abilmente realizzati su legno, uno raffigurante San Francesco e uno Santa Chiara. Due metri di altezza per due opere che andranno a sostituire gli originali ritratti di Cimabue andati perduti in seguito ad un incendio. Cimabue è stato lo spunto sul quale Alberto ha lavorato, ma ha donato originalità alle figure dei due Santi. Il Santo predicatore è raffigurato con una croce,mentre la fondatrice delle monache clarisse con un estensorio. “Io non sono né un artista né tanto meno un dotto, ma un semplice autodidatta che impiega il suo tempo a realizzare opere intrinseche di amore e passione per questo paese” cosi si definisce Vannozzi che già l’anno scorso aveva donato una sua opera alla parrocchia monteleonese. Ovviamente il suo talento è stato apprezzato da tutta la comunità e Marisa Angelini, assessore alla cultura del comune di Monteleone è entusiasta dell’attività del polivalente Alberto e ironicamente spiega come nel borgo umbro ci siano diverse personalità che si distinguono per capacità artistiche eccellenti :” Forse Monteleone è la patria del genio, ovvero terra che cela una speciale attitudine naturale atta a produrre opere di importante rilevanza artistica, scientifica, etica e sociale. Ovviamente tale disposizione naturale può anche essere portata alla luce con l’educazione. A tal proposito conferme potrebbero essere trovate nelle teorie della filosofia dell’estetica oppure più semplicemente si potrebbe sostenere che in questa piccola realtà montana vivono o sono vissute persone fortemente legate al territorio che molto gli ha donato in termini di emozioni e sensazioni e ringraziarlo con opere d’arte è un atto dovuto”. L’assessore Angelini è da sempre sensibile ad ogni forma di manifestazione d’amore nei confronti del suo paese ed è orgogliosa di amministrare una comunità che ha un forte legame con la sua terra. “Esiste ormai la consapevolezza che lo sviluppo di un territorio non è più misurabile esclusivamente in termini di incremento del reddito locale, ma si compone anche di fattori non monetizzabili come ad esempio l’equilibrato rapporto ambiente e attività produttive capaci di incidere positivamente sul quadro di vita delle popolazioni- sostiene l’assessore- Il paesaggio ed il territorio rurale, caratterizzati da qualità diffusa che può generare eccellenza, possono quindi coniugare i termini di sviluppo economico e di sostenibilità ambientale attraverso la promozione di forme di utilizzo consapevole delle risorse, ma a condizione che l’insieme di beni che strutturano un determinato territorio assumano il valore di risorsa per lo sviluppo configurino una domanda, ovvero una disponibilità a pagare, cui dovrà necessariamente corrispondere una offerta in termini di servizi.” È soddisfacente amministrare una società in cui la conservazione dei caratteri di ruralità di un territorio è allo stesso tempo obiettivo e strumento di qualunque progetto di valorizzazione e dunque di sviluppo durevole. E’ necessario, infatti, che la ricchezza culturale, ambientale e paesistica dei piccoli centri storici non sia dispersa, ma che possa invece continuare ad esprimersi e ad auto-sostenersi attraverso una valorizzazione e una fruizione equilibrate. Angelini conclude:” L’opportunità per molte aree rurali di potenziale eccellenza è infatti quella di impostare sulla valorizzazione turistica un processo virtuoso che ponga in relazione la conservazione e la tutela dei valori culturali e naturali di quel territorio con nuove opportunità economiche e positive ricadute occupazionali”.

di Rita Procaccioli (Corriere dell’Umbria/Valnerina – maggio 2010)
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