Benvenuto su ArcheoAmbiente
      Login/Crea Account
FAQ Scrivi all'Associazione Archivio Cerca nel sito          
Menù
Home
Chi siamo
Dove siamo
News
Attività
Rievocazione Storica e Palio dello Doppiero
Pubblicazioni
Ricerche sul territorio
Reportage fotografico
Links
Contatti
Statistiche
Città
Storia
Monumenti
Chiese
Feste e Ricorrenze
Immagini
Folklore
Biga
Museo della Biga
Farro
Ferro
Meteo giornaliero
Live Webcam
Elenco telefonico
Il Narrare e lo Spigolare di Patrizia Penazzi
Rievocazione Storica e Palio dello Doppiero
Operazione recupero Biga
Carlo Innocenzi (compositore)
ArcheoAmbiente-News 09 giugno 2010 - Archeologi dell'università La Sapienza di Roma scoprono, nel sito della città fortezza al-Batrawi (2500 a.C.) in Giordania, un antico Palazzo reale....... 

Due millenni e mezzo prima di Cristo era il centro politico di Kirbet al-Batrawi, potente città fortezza da cui passavano le carovane sulla via dell'Oriente. E' rimasto nascosto per secoli, avvolto nei misteri nel deserto della Giordania. Fino ad oggi, quando un gruppo di archeologi di Roma ha riportato alla luce le sue meraviglie.

Ad annunciare il ritrovamento del Palazzo reale è Luciano Nigro, professore di archeologia del vicino oriente antico all'università La Sapienza. Era lui che nel 2004 aveva scoperto il sito di al-Batrawi, vecchio di oltre 4500 anni. Ed è sempre lui che dopo mesi e mesi di ricerche ha messo a segno l'ultima scoperta, insieme alla sua squadra di esperti romani e di colleghi giordani.
Il ritrovamento del Palazzo reale è di particolare importanza, spiega Nigro,perchè prova che nel terzo millennio avanti Cristo al-Batrawi era una vera città-stato, una delle prime del Levante meridionale, insieme a Ebla, Gerico, Megiddo. Ma se queste ultime erano tutte costruite nelle valli più fertili e ricche della regione, al-Batrawi stava a guardia del deserto, in cima ad una rupe sotto cui passavano le piste dei mercanti diretti verso l'Arabia. Fu distrutta nel 2300 a.C. da un incendio per mano nemica.
Durante l'assedio, per salvare i tesori della città, gli abitanti li raccolsero e li radunarono in una sala interna del Palazzo reale. Il crollo del tetto di legno ha nascosto per secoli il contenuto della cassaforte di al-Batrawi. Fino all'arrivo degli archeologi italiani. Che in quello spazio segreto hanno trovato oggetti di incredibile valore storico.
Ci sono centinaia di enormi vasi e di servizi da tavola,che ancora conservano i resti carbonizzati delle portate. Poi alcune asce di rame, un metallo molto raro al tempo, segno del potere di chi lo possedeva. E ancora, una grande coppa usata per le cerimonie, oltre a un tornio da vasaio in pietra, strumento rivoluzionario per l'epoca. «Era l'ultima scoperta della tecnologia - spiega il professore - è come se un potente dei nostri giorni avesse voluto mettere al riparo il suo nuovissimo Ipad». Quell'oggetto era custodito all'interno di un'area protetta del palazzo del re: come a indicare, commenta Nigro, che già allora il dominio della tecnologia era ritenuto cruciale nella gestione del potere.
Per l'Italia, che scava insieme con il dipartimento delle antichità della Giordania, il lustro della scoperta è stato ottenuto a piccolo prezzo, sebbene i finanziamenti per questo settore arrivino sempre con il contagocce. «Per il 2010 abbiamo avuto in tutto seimila euro», dice Nigro. E il ritrovamento del Palazzo reale? «In tutto è costato novemila euro», racconta. Qualche debito, insomma, deve ancora essere saldato.                
 
Fonte: Il Messaggero (09/06/2010)
indietro...

Pagine di utilità
 

Articolo più letto relativo a ArcheoAmbiente-News:


 Pagina Stampabile Pagina Stampabile


© 2003 - 2018 Progetto e grafica Patrizia Penazzi - Testi e contenuti a cura di Patrizia Penazzi

Informazioni Legali
I testi e gli elementi grafici pubblicati nel sito non possono essere replicati: su altri siti Web, mailing list, newsletter, riviste cartacee, cdrom, senza la preventiva autorizzazione indipendentemente dalle finalità di lucro. L'autorizzazione va chiesta per iscritto alla gestione del sito e potrà essere ritenuta concessa soltanto dopo preciso assenso scritto.
I trasgressori saranno perseguiti nei termini di legge