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ArcheoAmbiente-News 16 luglio 2010 - Tra le formiche ci sono quelle kamikaze, esplodono per salvare il nido...

L'etologo Mark Moffett ha fatto la sua scoperta con una spedizione nel Borneo.


Le missioni suicide non sono una prerogativa solo degli uomini, ma anche delle formiche. Lo afferma l'etologo Mark Moffett, che nel suo libro appena uscito Adventures Among Ants (avventure fra le formiche) descrive un caso in cui una operaia si fa letteralmente esplodere per respingere un invasore. Lo scienziato ha fatto la sua scoperta con una spedizione nel Borneo, durante la quale ha preparato una trappola con un po' di miele alla base di un albero colonizzato da formiche cilindriche. La trappola ha attirato un'altra specie di formiche, che hanno cercato di penetrare all'interno dell'albero.

"Quando una delle formiche 'straniere' ha cercato di superare una formica cilindrica - si legge nel libro - quest'ultima ha 'detonato', rompendo il proprio corpo e rilasciando una sostanza tossica giallastra che ha ucciso all'istante la rivale". Secondo Moffett questo non è l'unico 'sacrificio' che avviene nel mondo delle formiche: un'altra specie ad esempio usa delle 'porte viventi', cioé degli esemplari che si incastrano perfettamente nelle aperture dei formicai e che lasciano passare le compagne solo dopo che queste si sono 'fatte riconoscere' con un colpo di antenna.

In caso contrario la formica rimane al suo posto impedendo fisicamente l'accesso agli estranei. Anche in Brasile, riporta sempre il libro, ci sono formiche che si sacrificano:"Fuori dai nidi di Forelius Pusillus ogni notte si fermano fino a otto esemplari, che passano il tempo a mimetizzare l'entrata - spiega lo scienziato - entro l'alba muoiono tutte, per motivi sconosciuti". Secondo Moffett la causa di questi comportamenti può essere spiegata dalle dimensioni delle colonie: "La colonia è come un unico organismo vivente - spiega - in caso di pericolo è disposta a sacrificare una parte di sé per salvarne una più grande".

Fonte: ANSA
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