20 maggio 2011 - Giunta regionale dell'Umbria stanzia 33 milioni di euro per finanziare misure di aiuto alle famiglie...
''L'Azione di sistema - ha precisato la vicepresidente Carla Casciari - prende in considerazione l'area di vulnerabilità sociale nella quale si collocano famiglie “normali” che, per il combinarsi di più fattori negativi rischiano di scivolare nel disagio e nella povertà''.
Ammonta a circa 33 milioni di euro lo stanziamento di risorse previsto dalla Giunta regionale dell'Umbria nella manovra di bilancio 2011-2013 per finanziare le misure a favore della famiglia. Il dato e' stato reso noto nel corso di una conferenza stampa dalla vicepresidente della Regione Umbria Carla Casciari, che ha anche precisato che ''dei 32milioni954mila226euro stanziati, 4 milioni andranno a finanziare il comparto destinato alla non autosufficienza, 10 milioni 511mila euro, alimenteranno il Fondo sociale regionale, 3 milioni 205 mila 953 euro sono destinati agli asili nido, 11 milioni 437mila 239 euro all'istruzione, 2 milioni per le abitazioni in locazione, 1 milione650mila euro per l'abbattimento delle rette (tassa rifiuti e rette asili nido),150 mila euro per contributi all'associazionismo familiare e agli oratori''.
La vicepresidente, dopo aver ricordato che il 15 di maggio ricorre la giornata internazionale della famiglia, ha sottolineato che questa ''rappresenta la struttura portante della comunità umbra e, da sempre, ha costituito uno strumento fondamentale all'integrazione sociale, pur subendo notevoli trasformazioni in conseguenza dei profondi mutamenti sociali degli ultimi anni. Per tale ragione sono stati predisposti interventi nuovi che daranno risposta alle diverse esigenze''.
In particolare per i nuclei familiari più ''vulnerabili'' la Regione si è dotata di un quadro normativo ad hoc ed ha messo in campo azioni e interventi. ''L'Azione di sistema nei confronti delle famiglie umbre a rischio - ha precisato la vicepresidente - prende in considerazione l'area di vulnerabilità sociale nella quale si collocano famiglie “normali” che, per il combinarsi di più fattori negativi, come la malattia, la precarizzazione del lavoro, o la scomposizione del nucleo familiare, rischiano di scivolare nel disagio e nella povertà".
"Ovviamente, visto che i motivi di entrata in povertà sono diversificati, - continua vicepresidente - devono essere diversificate anche le risorse per uscirne o impedire di entrarvi, pertanto vanno riorganizzate attorno alle famiglie una serie di misure attraverso la convergenza di più politiche da tradursi in un mix di servizi, azioni sociali, prestazioni, detrazioni fiscali, da gestire nell'ambito della progettualità sociale di territorio''.
Fonte: Adnkronos
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