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Carlo Innocenzi (compositore)
ArcheoAmbiente-News 23 marzo 2012 - Le miniere di ferro e di lignite di Monteleone di Spoleto potranno essere ricomprese nella proposta di legge di valorizzazione del patrimonio archeologico regionale….

Le miniere di ferro di Monte Birbone e quelle di lignite di Ruscio potranno essere ricomprese nella proposta di legge presentata dal consigliere regionale Gianfranco Chiacchieroni (PD) che si propone di valorizzare il patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale.

L'impegno è stato preso dallo stesso presentatore della legge nel corso di un incontro con i vertici dell'Amministrazione comunale di Monteleone di Spoleto, rappresentata dall'assessore alla Cultura Marisa Angelini.

Chiacchieroni, nel rimarcare la validità e l'importanza urbanistica e culturale della sua iniziativa legislativa, attualmente in discussione in Terza Commissione, evidenzia come “i siti del Comune di Monteleone rappresentino un grande patrimonio di archeologia industriale. “Le miniere di ferro di Monte Birbone” – ricorda – “sono rimaste attive fino al 1703 (uniche miniere dello Stato Pontificio aperte in Umbria). Di più recente attivazione, invece, sono le miniere di lignite situate in località la Miniera di Ruscio, rimaste attive fino al dopo guerra”.

Chiacchieroni, dando atto al Comune di Monteleone degli sforzi messi in atto per salvaguardare i due siti archeologici, si è altresì complimentato con l'Assessore Marisa Angelini promotrice dell'emendamento, ed ha tenuto a ribadire come, grazie alla sua proposta di legge, potranno essere “messi a sistema i beni esistenti e di pregio presenti sul territorio regionale, aggiungendo al contempo valore ad opere che rappresentano ed esprimono scienza, tecnica, cultura materiale ed immateriale. Si tratta – aggiunge il consigliere regionale - di un importantissimo volano per la conservazione e la tutela dei beni, ma soprattutto per uno sviluppo intelligente. In sostanza, il marketing aziendale va legato a quello territoriale e da qui puntare decisi verso una patrimonializzazione attraverso reti di reindustrializzazione basata sull'esistente”.

Fonte: Corriere dell’Umbria (21/03/2012)


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